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La differenza tra ristrutturazione edilizia e risanamento conservativo

(Cass. pen., sez. III, 18 settembre 2019, n. 38611)

La Cassazione penale richiama e ribadisce l’orientamento della giurisprudenza amministrativa in tema di classificazione degli interventi edilizi. In particolare, la nozione di ristrutturazione edilizia contempla la realizzazione di limitati incrementi volumetrici, purchè contenuti, per mantenere una distinzione rispetto alla nozione di nuova costruzione. Di contro, il risanamento conservativo si caratterizza per il mancato apporto di modifiche sostanziali all’assetto edilizio preesistente, sia all’interno che all’esterno.

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Generalizzato l’obbligo di esaminare il ricorso principale unitamente all’incidentale

(Corte di giustizia UE, sez. X, 5 settembre 2019, causa C-33318, Lombardi)

La Corte di giustizia ha stabilito che l’obbligo di non dichiarare irricevibile il ricorso risulta applicabile anche quando “altri offerenti abbiano presentato offerte (…) e i ricorsi (…) non riguardino offerte siffatte classificate alle spalle delle offerte costituenti l’oggetto dei suddetti ricorsi per esclusione”.

La conclusione viene giustificata con la considerazione secondo cui “non si può escludere che (…) l’amministrazione aggiudicatrice sia indotta a constatare l’impossibilità di scegliere un’altra offerta regolare e proceda di conseguenza all’organizzazione di una nuova procedura di gara”.

Ulteriore (e forse definitiva) smentita dell’approccio inaugurato dalla Plenaria n. 4 del 2011.

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Assoggettamento a VIA e normativa sopravvenuta

(Consiglio di Stato, sez. IV, 29 agosto 2019, n. 5972)

La IV sezione precisa che non devono essere necessariamente sottoposte a valutazione di impatto ambientale (od a verifica di assoggettabilità) le “estensioni” o le “modifiche” di progetti che, in base alla normativa sopravvenuta, non siano più soggetti ex lege a V.I.A. e che, dunque, se presentati ex novo, non dovrebbero esservi necessariamente sottoposti

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L’avvio dei lavori e la decadenza dal titolo

(Tar Liguria, sez. I, 8 luglio 2019, n. 597)

Il TAR ligure ribadisce che nel termine di un anno decorrente dalla consegna del titolo non è sufficiente, per evitare la decadenza prevista dall’art. 15 del DPR n. 380/01, lo svolgimento delle attività meramente preparatorie del cantiere, dal momento che le stesse non sono idonee a manifestare, con ragionevole grado di certezza, la volontà di esercitare il diritto di edificare. Né varrebbe invocare una causa di forza maggiore che abbia impedito l’avvio dei lavori, in mancanza di una richiesta di proroga del permesso di costruire.

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Il Consiglio di Stato sulle competenze della commissione di gara

(Cons. Stato, sez. V, 18 luglio 2019, n. 5058)

Palazzo Spada chiarisce che, per giurisprudenza costante, il requisito dello «specifico settore cui si riferisce l’oggetto del contratto» viene interpretato nel senso che la competenza ed esperienza richieste ai commissari debba essere riferita ad aree tematiche omogenee, e non anche alle singole e specifiche attività oggetto dell’appalto (citati i precedenti costituiti da Cons. Stato, V, 1 ottobre 2018 n. 5603; id., IV, 20 aprile 2016, n. 1556; id., V, 18 giugno 2018, n. 3721, 15 gennaio 2018, n. 181, 11 dicembre 2017, n. 5830).

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