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Efficacia dei gravi illeciti professionali secondo la Corte di giustizia UE

(Corte di giustizia dell’Unione europea, sez. IV, 19 giugno 2019, causa C-41/18, Meca srl c. Comune di Napoli e Sirio srl)

Secondo la Corte di giustizia l’art. 80, co. 5, lett. c del d.lgs. n. 50/2016 è in contrasto il diritto dell’unione nella parte in cui prevede che la proposizione di un ricorso contro la determinazione di risoluzione di un precedente contratto di appalto impedisce alla stazione appaltante di valutare l’affidabilità del concorrente e, quindi, di escluderlo dalla gara.

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Standard urbanistici destinati ad un uso non pubblico

(Cons. Stato, sez. IV, 17 giugno 2019, n. 4068)

Ribadita la nozione di standard urbanistico (“rappresentano la misura degli spazi pubblici che deve essere garantita ad ogni cittadino in rapporto agli insediamenti residenziali”) , il Consiglio di Stato ha precisato che la destinazione a standard di un’area postula una ineliminabile ed esclusiva finalizzazione ad un uso pubblico e cioè potenzialmente a vantaggio di tutti e non ad uso privato, di un singolo soggetto o di un numero limitato ed identificabile di soggetti. Conseguentemente, in presenza di un uso privato dell’area (nel caso di specie, a spazio di manovra per mezzi pesanti onde consentire un più agevole accesso ai capannoni produttivi), la stessa non potrebbe essere considerata come standard e non potrebbe essere computata come tale.

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Accesso civico generalizzato e codice dei contratti pubblici

(Cons. Stato, sez. III, 5 giugno 2019, n. 3780)

Il Consiglio di Stato prende atto del contrasto giurisprudenziale registratosi tra alcuni TAR (Tar Emilia Romagna – Parma, sez. I, 18 luglio 2018 n. 197 da un lato, e Tar Lombardia, Milano, sez. IV –11 gennaio 2019 n. 45 dall’altro) e propende per la tesi che ammette l’applicabilità dell’accesso civico anche in materia di appalti pubblici. Molto interessante la lettura coordinata e costituzionalmente orientata dell’intero quadro normativo di riferimento, caratterizzato – secondo il Consiglio di Stato – da un “non raro difetto sulla tecnica di redazione”.

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La VIA presuppone che il progetto sia completo in tutti gli aspetti in grado di incidere sull’ambiente

(TAR Toscana, sez. I, 27 maggio 2019, n. 789)

Con la sentenza in evidenza, il TAR Toscana ha annullato il decreto di VIA emesso in relazione al Masterplan Aeroportuale presentato dall’ENAC per l’Aeroporto di Firenze.

Il principale argomento posto a fondamento della sentenza concerne la completezza ed esaustività del progetto presentato dall’ENAC. In particolare, il TAR ha rilevato come, a causa dell’elevato numero di prescrizioni contenute nel decreto di VIA, le quali a loro volta rinviavano a future evoluzioni progettuali dell’opera da realizzare, la valutazione sia stata effettuata su di un elaborato parziale e non idoneo a consentire una compiuta valutazione sugli impatti ambientali.

Le prescrizioni, invece, avrebbero dovuto riguardare porzioni accessorie dell’opera, non in grado di incidere sul giudizio di compatibilità ambientale.

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Solo il manufatto precario e facilmente amovibile rientra nella edilizia libera

(TAR per il Lazio – Roma, sez. II-bis, 3 giugno 2019, n. 7151)

Con la sentenza in commento, il TAR per il Lazio ha escluso che un gazebo di circa 90 mq, realizzato con una struttura in legno e ricoperto con teli di pvc, possa essere inquadrato nell’ambito della edilizia libera e, quindi, non necessiti di permesso di costruire.

Il perno della motivazione, in particolare, ruota attorno alle caratteristiche oggettive del manufatto, quali, in primo luogo, l’estensione “obiettivamente rilevante” ma, soprattutto, il fatto di essere funzionalmente destinato ad un uso non precario e di non vantare una agevole amovibilità dal terreno.

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